CAMBIARE PER VINCERE INSIEME’: US ACLI CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
Damiano Lembo (Presidente US ACLI): “Nostro impegno sempre più intenso”.
Nasce Osservatorio Permanente contro la violenza sulle donne
Roma, 26 novembre 2021 – Una partita da giocare tutti insieme e che ammette un solo risultato, la vittoria. Affinché il 25 novembre non sia più celebrato come una Giornata contro la violenza sulle donne, affinché la parità dei diritti e il valore della donna possano affermarsi definitivamente. Purtroppo però, nonostante le leggi e le restrizioni che fanno dell’Italia un Paese all’avanguardia nel contrasto contro questo fenomeno, i numeri sono sempre più preoccupanti soprattutto dal lockdown in poi. Occorre “cambiare per vincere insieme”, questo lo slogan della giornata che l’Unione Sportiva ACLI ha organizzato in un convegno dedicato allo “Sport contro la violenza sulle donne’ moderato dalla giornalista Rai Simona Rolandi, andato in scena stamane presso la sala conferenze dello stadio Olimpico di Roma
“Siamo alla quarta edizione – ha aperto i lavori il Presidente dell’US ACLI, Damiano Lembo – ci siamo resi conto che il ruolo di soggetti come il nostro di promozione sportiva e sociale è fondamentale. Lo scorso anno abbiamo avuto diverse sollecitazioni da parte dei nostri associati per rinnovare questa edizione in presenza. La piantina sta crescendo, il nostro impegno deve essere sempre più intenso. Il nostro compito è mettere attorno al tavolo i diversi interlocutori”. “Oggi abbiamo il mondo della politica, il Coni, Sport e Salute, l’AIA, i vari stakeholder per fare qualcosa di utile ma anche permanente. Per questo l’impegno è quello di far divenire questa campagna per 365 giorni l’anno”, ha aggiunto Lembo annunciando la nascita di un Osservatoriopermanente coordinato dall’Unione Sportiva ACLI con l’obiettivo di aprire sportelli di consulenza sul territorio al quale potranno aderire Istituzioni e Personalità a testimonianza dell’impegno nelle buone pratiche e di sostegno, sportivo e sociale, alle vittime di violenza attraverso le competenze dei tesserati dell’Associazione.
Il Presidente della Nazionale italiana Parlamentari Gioacchino Alfano, ha sottolineato: “Con l’US ACLI sono già tre anni che collaboriamo, su un tema che sicuramente in Parlamento viene trattato con molta attenzione. Lo sport è una forza, anche in Parlamento è uno strumento molto forte. Se lo sport si impegna su questa materia può fare tanto. Nello sport il mondo militare fa tanto, spero che da questo incontro possa uscire qualche idea per ridurre questa piaga”.
Il Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati Giuseppe Brescia, ha aggiunto: “La violenza sulle donne è un fenomeno davvero difficile da estirpare nel nostro Paese, una materia che vede impegnato il Parlamento da diverso tempo e ricordo che il mio primo intervento in aula è stato proprio su questo tema. A distanza di così tanto tempo non possiamo dire che le cose siano migliorate tanto. I numero ci dicono che, nonostante tante iniziative come il Codice Rosso, ancora c’è tanto da fare. Dobbiamo lavorare a livello culturale, che nasca una struttura a supporto di tutte le vittime di violenza. Avere una rete di supporto è fondamentale, dobbiamo potenziarle sul territorio. Dobbiamo lavorare nelle scuole, fin da quando i bambini sono molto piccoli devono imparare a saper gestire le emozioni”.
Ogni 72 ore una donna viene uccisa, due donne a settimana. Più della metà viene uccisa da un partner o un ex partner. E parlando di famiglia, la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, ha rilevato: “Il tema ha occupato il dibattito pubblico, dobbiamo rinnovare quotidianamente. Il mondo dello sport maggiormente può portare un contributo, nella cultura del rispetto delle diversità di genere e che la nostra società arrivi a valorizzare pienamente il valore delle donne, nel rispetto e la parità che sono precondizioni necessarie per eliminare la violenza maschile contro le donne. Un lavoro che deve avere un pieno compimento in una sinergia sempre più consolidata. Nel piano nazionale contro la violenza sulle donne previsto di unire mondo terzo settore, forze dell’ordine, servizi socio sanitari. L’Italia deve consegnare una responsabilità di impegno, introducendo risorse in un piano nazionale contro la violenza sulle donne. Una scelta democratica del nostro Paese. Solo una piena e fattiva parità di genere può creare le condizioni per eliminare questo aberrante fenomeno”.
A prendere la parola è stato quindi il padrone di casa, il Presidente e Ad di Sport e Salute Vito Cozzoli: “E’ un dovere accogliere questa iniziativa allo stadio Olimpico – ha spiegato – che è un asset a disposizione dei cittadini e non a caso lo abbiamo aperto al pubblico. Atteggiamenti, linguaggi, gesti, parole, lo sport vive di tutto questo, è un tratto della nostra vita e universalmente noto. Qualunque persona umana si emoziona a un’impresa sportiva. Purtroppo altrettanto universale è il concetto di violenza, un gesto che ferisce senza fare differenza. Per combattere la violenza sulle donne, serve qualcosa di altrettanto forte ed efficace, qualcosa che va al cuore. Lo sport ha questa forza, ha carattere comunicativo immediato, favorisce l’attenzione. La promozione dello sport, il rispetto delle regole e la cultura, la forza dello sport è proprio quella di unire, fare squadra. Credo molto nell’obiettivo che ci unisce oggi, affinché lo sport oggi non dia solo un messaggio: tutti dobbiamo scendere in campo per combattere la violenza sulle donne. La violenza è subdola, ti ferisce, ma lo sport ha le armi per contrastare un male nella società. Son ancora più preoccupanti i numeri che non si vedono, le richieste di aiuto che restano inascoltate. Cosa possiamo fare? La nostra comunità è quella di uno sport che deve farsi parte attiva e virtuosa, per interpretare i segnali di allarme che possiamo vedere anche su un campo sportivo. Questa è una battaglia da combattere insieme. Solo tre atlete su dieci sono donne, spesso sono oggetto di insulti sessisti, dobbiamo lavorare da subito insieme per promuovere una nuova cultura e tutto questo deve partire dalla scuola. Vogliamo eliminare il gap di genere anche nella pratica sportiva. Sport e Salute ha ritenuto in questa fase storica ha varato un piano straordinario che parte dalla scuola primaria. Ringraziamo Vezzali per introduzione scienze motorie in quarta e quinta elementare”.
La Vice Presidente della Camera dei Deputati Maria Edera Spadoni, ha ringraziato “per questa bellissima giornata, l’attenzione non deve essere solo per questa settimana ma tutto l’anno. Purtroppo ci troviamo una serie di tantissimi femminicidi durante tutto l’anno. Lo sport può essere il volano per un cambio culturale. La platea alla quale stiamo parlando oggi, soprattutto nel calcio, è prettamente maschile. I club hanno una responsabilità, attraverso campagne costanti che possono far comprendere ai tifosi e alle curve, il rispetto per le donne deve essere una priorità. La questione non è solamente femminile, bisogna partire dai giovani e dai ragazzi. Anche nelle curve ci sia una nuova mentalità, per questo è importante portare avanti queste iniziative. Incentivare le giovani atlete, anche attraverso diritti contrattuali, è una priorità. Ci sono tantissime good practies, penso alla fondazione Roma Cares che in questi anni hanno fatto cose bellissime. Lo sport può trasmettere valori incredibili anche di fairplay”.
È stata quindi la volta della Senatrice e Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio Valeria Valente: “La scommessa è quella di dire parole di verità, noi come legislatore e istituzioni, dal diritto d’onore degli anni ottanta a oggi abbiamo fatto passi da giganti, poi reato di stalking, l’Italia nell’impianto di leggi è anche avanti. I dati purtroppo crescono, gli unici che non conoscono crisi sono quelli contro la violenza sulle donne. Cosa non funziona? Dopo tre anni di monitoraggio sul fenomeno, penso che le norme sono generali e astratte ma poi vanno sempre applicate al caso concreto. Bisogna conoscerle bene. Specializzazione, adeguata professionalizzazione degli operatori, avvocati, giudici, consulenti, assistenti sociali, scuola, informazione. Dobbiamo cambiare la mentalità, inasprire la pena non costa nulla, lo abbiamo fatto, ma se cambiamo la mentalità, a partire dai ragazzi, facciamo meglio. Lo sport arriva a tutti, indignarsi e riconoscere che il problema non è delle donne, ma degli uomini”.
E la Deputata e componente della Nazionale Italiana Parlamentari Calcio Femminile Maria Pallini, è d’accordo: “E’ importante un evento come questo, per dare un segnale a tutte le donne. Giocheremo con la nazionale parlamentari maschile, un connubio uomini-donne per dare un segnale di importanza soprattuto per quello che è il ruolo della donna. Da gennaio a oggi sono 135 le donne uccise per qualsiasi violenza soprattutto all’interno del proprio luogo domestico. Durante il periodo di lockdown sono aumentati i casi. Aumentato dell’8% rispetto al 2020, è assurdo, non dovrebbe accadere tutto questo. Abbiamo aumentato tutte le pene, ma tutto questo non basterà finché non risolviamo un problema culturale che riguarda tutti noi. Voi uomini dovete essere i nostri alleati, capire che una donna è importante nello sport, nella famiglia, nella vita lavorativa. Una donna rappresenta l’unicum al centro dell’universo. In commissione lavoro approvata proposta legge su parità salariale della donna nei luoghi di lavoro. Un uomo ha sempre avuto una busta paga maggiore rispetto alla donna. Le scuole sono fondamentali, perché hanno la responsabilità di indirizzare i bambini nel rispetto dei diritti e dei doveri”.
La Vicepresidente Vicaria del CONI Silvia Salis: “Io lanciavo il martello – la testimonianza della ex atleta azzurra – un altro sport che nell’immaginario collettivo non è prettamente femminile, così come oggi sono dirigente e non è usuale trovare una donna in questo mondo. Ho vissuto sulla mia pelle il ‘martellamento’ di ciò che una donna subisce fin da bambina. Cosa subisce una donna culturalmente da quando è piccola? Una continua correzione delle sue ambizioni. Spesso mi sono sentita dire che facevo uno sport per uomini, qualsiasi storia come la mia può portare un’ispirazione. Ma il processo culturale avverrà negli anni, potrei già in questi primi pochi mesi da vicepresidente del Coni fare un bell’elenco di battute che mi trovo quotidianamente a dover ascoltare. Spesso prendendole con ironia, come ‘non lo diresti, ma è brava’. Tutto questo modifica le tue aspirazioni verso il basso. Bisogna partire dai bambini, se a una ragazza piace sollevare pesi o fare taekwondo anziché ginnastica artistica o pallavolo, cosa c’è di male? Sono stereotipi, quando un uomo fa commenti così stupidi sono gli stessi uomini che devono indignarsi. C’è una violenza più subdola che è il lasciapassare a un’altra violenza estrema. Attraverso lo sport la donna può sentirsi più forte”.
A seguire, è stata fornita una testimonianza video della Head’s of Women Football della AS Roma Betty Bavagnoli: “E’ un grande onore partecipare a questo evento. Mi sono sempre occupata di sport al femminile, in particolare di calcio al femminile e so cosa significa lottare per i propri diritti. Da piccola mi sono ritrovata a inseguire il mio sogno di giocare a calcio, ma per tutti ero una vergogna. Ero additata di essere un maschiaccio. E’ un qualcosa che subiscono milioni di donne quando subiscono maltrattamenti e discriminazioni. La violenza si manifesta sotto diverse forme. Tutti insieme dobbiamo combatterla per cercare di sconfiggerla. La Roma è una società che ogni giorno si batte per questi problemi, pochi giorni fa è stata promossa una campagna di sensibilizzazione “1-5-2-2 Save the tatic”. Questo è un numero per le donne in difficoltà, questo è qualcosa di tangibile che stiamo cercando di fare. Lo sport può essere una piattaforma sociale importante per continuare a tenere alta l’attenzione su un problema così grande e importante. Se faremo questo insieme speriamo di sconfiggere insieme questo problema”.
Particolarmente toccante, è stata anche la testimonianza video di Khalida Popal, fondatrice della Nazionale femminile di calcio dell’Afghanistan e successivamente costretta a fuggire in Danimarca con la sua famiglia dopo essere stata perseguitata. Da lì, Popal ha fondato la Ong Girl Power, che si occupa all’interno del progetto SIMCAS coordinato dall’US ACLI, di integrazione dei rifugiati attraverso lo sport.
L’ex calciatore Campione del Mondo Simone Perrotta, ha poi offerto la sua esperienza sul campo da allenatore dei giovanissimi: “Come uomo mi sento un po’ più piccolo, anche se sono attivo e lavoriamo ogni giorno con i giovani per contrastare ogni tipo di violenza. Per me è una consuetudine stare qui, speriamo che sia l’ultimo anno ma puntualmente ci ritroviamo l’anno dopo. Facciamo tutti tanto ma evidentemente non basta. Serve lavorare quotidianamente. Con il calcio abbiamo la grandissima opportunità di agire sui bambini. Se l’obiettivo delle società è vincere non mi preoccupa, inseguire il risultato sportivo ti aiuta ad affrontare l’esame della vita. Mi preoccupa di più il fatto che chi non vince si debba sentire un fallito. Io nella mia storia di calciatore ho più perso che vinto, la sconfitta a volte è una medicina”.
Quindi, la componente del Comitato Nazionale dell’Associazione Italiana Arbitri Katia Senesi: “Noi siamo l’emblema della cultura degli alibi. Spesso i nostri giovani arbitri subiscono violenza. Noi facciamo un raduno a Coverciano con i ragazzi vittime di violenza e con mio stupore c’era anche una ragazza di vent’anni colpita da uno schiaffo al viso. Il nostro è un ambiente particolare, nel mondo del calcio c’è sempre stata solo presenza maschile. Culturalmente il calcio non è un Paese per donne. C’è il pregiudizio che non sia competente. La violenza che può subire un arbitro è psicologica, chi si macchia di certi reati diventa un ‘disabile sociale’. Sarà un percorso lunghissimo, cambiare la cultura non sarà una cosa semplice”.
Per il Vice Presidente nazionale Vicario delle ACLI Stefano Tassinari, quella di oggi è stata “una mattinata ricca di messaggi, che ci aiuta a valorizzare lo sforzo dell’Us Acli per continuare il lavoro 365 giorni l’anno, l’US Acli dimostra come lo sport possa avere un grandissimo impatto educativo. La definirei una sottocultura, non solo la violenza sulle donne ma anche le mafie, l’economia e la società sommersa, significa che c’è un’eccessiva tolleranza. Abbiamo buone leggi ma se non c’è un’alleanza sociale sufficiente, questi fenomeni non si sconfiggono. L’esperienza dello sport aiuta a contrastare tutto ciò”.
Sono seguite poi diverse esperienze vissute sul campo, a partire dall’Allenatrice della Nazionale Femminile 3×3 di pallacanestro e Campionessa del Mondo, Angela Adamoli: “Io non ho giocato per un anno perché non andavo a letto con il mio allenatore. Altre compagne, hanno subito una pacca sul fondo schiena, perché un allenatore si sente in diritto di poter decidere cosa fare con un’atleta. Questa sudditanza psicologica, approfittarsi della passione per lo sport di un’atleta. Il mondo dello sport è sempre omertoso e si danno tutte le cose per scontate. Ho la fortuna di aver allenato ragazze dai 12 ai 40 anni. In quanto donna che ha avuto esperienza, uso il mio ruolo per educare le ragazze”.
E quella della Coordinatrice del Settore Giovanile e Scolastico della FIGC Lazio Diana Bellucci: “Sono una ex calciatrice, vengo da un mondo non disegnato per la donna. I ragazzi di oggi sono diversi, non hanno la cultura datata che abbiamo avuto noi. Ho allenato ragazzi e ragazze, non hanno questa mentalità. Sono più puri di noi, più liberi di noi: non li inquiniamo. Loro sono i primi a domandarsi perché non c’è una donna ad allenare in Serie A. Nella Serie A femminile solo due allenatori sono donne: è scontato che un uomo può allenare le donne ma una donna non può allenare i maschi”. Anche la Campionessa Italiana di Pugilato Maria Cecchi ha detto la sua: “Spero che le donne non si facciano più problemi, come ho fatto io. Sono partita tra il pregiudizio generale che si domandava per quale motivo una ragazza che faceva anche la foto modella potesse tirare di boxe, ma oggi siamo arrivate a vincere il campionato italiano e ora attacchiamo anche quello europeo”.
La giornata si è conclusa nel pomeriggio, quando – nonostante il temporale che si è abbattuto sulla Capitale – è stato disputato un triangolare di calcio allo Stadio dei Marmi tra la Nazionale Italiana Parlamentari, la Nazionale Italiana Cantanti e i Campioni della Jem’s Soccer Academy. A dirigere il triangolare è stata una terna arbitrale designata dall’AIA nazionale.