Cozzoli a Webinar US ACLI, ‘Facciamo Rete insieme’
Di Centa, ‘Io Legend per promuovere Sport su territori’. Lembo: “E’ ora che Enti abbiano loro spazi e dignità’
Roma, 8 marzo 2021 – “Aggregare più Enti di Promozione nella progettualità sta cominciando a dare risultati. Sono percorsi innovativi che stiamo costruendo, speriamo che continuino nella logica dell’interlocuzione, anche con Sport e Salute”. Tuttavia “riusciremo a togliere l’ombra grigia sugli Eps rendendoli finalmente partner affidabili con chi fa le politiche sportive in Italia? Riusciremo mai ad avere un luogo dove portare le nostre istanze?”. Questa la domanda che il Presidente dell’US ACLI Damiano Lembo ha tenuto a porre al Presidente di Sport e Salute S.P.A. Vito Cozzoli al termine di un interessantissimo webinar con al centro il tema ‘Il diritto allo sport per tutti’, moderato dal capo redazione Sport dell’ANSA Piercarlo Presutti e al quale hanno preso parte anche l’olimpionica dello sci di fondo nonché atleta Legend azzurra Manuela Di Centa e il Vice Direttore di Rai Sport Enrico Varriale.
Immediata la replica e allo stesso tempo la rassicurazione del numero uno dell’Ente pubblico: “La risposta è nella progettualità: sicuramente stiamo lavorando tanto insieme agli Eps sui contenuti. Sotto il profilo dei contributi Lembo sa che c’è stato un riequilibrio importante, un atto di coraggio da parte nostra. Vorremmo sempre più collaborazione con voi sulla promozione della pratica sportiva sui territori. Ecco perché la nostra App vorremmo che diventasse anche un hub per le vostre attività promosse”.
Parlando della diatriba con il CONI e anche con il governo in tema di governance e al perimetro di competenze e personale relativi alla riforma dello sport, Cozzoli ha aggiunto: “Tutti questi scontri io non li ho visti. Ho visto un lavoro costruttivo. Personalmente non avrei lasciato la direzione da capo gabinetto del Mef per venire a litigare e fare scontri. Io sono venuto per fare azioni concrete per lo sport italiano. Con il Coni personalmente mi sono sempre proposto un metodo di lavoro, comunicato e annunciato nelle sedi istituzionali giuste: quello della leale collaborazione. La lealtà è un valore sportivo. La collaborazione è il metro che dovrebbe ispirare le nostre attività”.
“Penso sia stato giusto rafforzare l’autonomia del Coni – ha concluso il capo di Sport e Salute – ma lasciando intatte le competenze di Sport e Salute. Anche il premer Draghi ci ha ricordato il valore sociale dello sport stesso. Io non vedo l’ora di iniziare finalmente un lavoro costruttivo con il Coni, nella distinzione dei ruoli ma nel rispetto delle competenze che a mio avviso sono assolutamente chiare”.
Non manca neanche lo sguardo attento alle future scelte del nuovo Governo di Mario Draghi sul referente politico in materia di Sport. La mancata nomina “al di la del ministro o del sottosegretario, credo non sia una disattenzione ma forse un segno di maggiore attenzione del Governo e del presidente del Consiglio, che forse ha capito che questo mondo ha bisogno di maggiore attenzione e deve lavorare più insieme”, ha precisato il Presidente di Sport e Salute, rilevando che “Draghi, che è uno sportivo – ha aggiunto Cozzoli – ci sta pensando bene perché allo sport serve una persona che dia equilibrio, competenza ma anche indipendenza. Sono certo che nel Recovery Plan ci saranno attenzioni e risorse nei confronti dello sport italiano. Credo che il governo forse ci sorprenderà. Sono molto fiducioso e ottimista”.
“Il mio obiettivo sulle Legends era, ed è, che questi campioni vogliono donare la propria esperienza e quello che hanno fatto per lo sport italiano mettendosi in discussione. Io sto apprezzando come i grandi campioni – circa 40 ad oggi – abbiano un approccio anche molto low profile, vorebbero andare sui territori per consentire il diritto allo sport, ma purtroppo in quesot momento non lo possono fare. Mattarella ci ha dato anche una responsabilità: diffondere e difendere due pilastri sociali, la scuola e lo sport. Che i grandi campioni abbiano scelto di mettersi in discussione per donare la propria esperienza personale ci dovrebbe rendere orgogliosi. Nonostante dopo le loro esperienze sportive non siano stati proprio così valorizzati: promuoviamo sport dove lo sport non arriva”.
Cozzoli ha quindi introdotto il tema delle Legend, l’idea nata per coinvolgere i campioni azzurri nella promozione dello sport sui territori: “Il mio obiettivo sulle Legends era, ed è, che questi campioni vogliono donare la propria esperienza e quello che hanno fatto per lo sport italiano mettendosi in discussione. Io sto apprezzando come i grandi campioni – circa 40 ad oggi – abbiano un approccio anche molto low profile, vorrebbero andare sui territori per consentire il diritto allo sport, ma purtroppo in questo momento non lo possono fare. Mattarella ci ha dato anche una responsabilità: diffondere e difendere due pilastri sociali, la scuola e lo sport”.
Quindi la parola è passata alla ‘Portabandiera’ delle Legend Manuela Di Centa. L’Olimpionica dello sci di fondo, nonché membro onorario del CIO, ha raccontato: “Ho vinto 14 medaglie ma la mia esperienza sul territorio viene prima del podio, alla base del podio. Da piccoli si gioca, si salta, solo poi vengono le gare. Io sono nata con queste esigenze, solo dopo è arrivata la gara e solo dopo ho trovato le differenze, nei dirigenti sportivi, nei premi, che tuttora sono diversi. Pensare che mi era stato detto ‘non fare lo sci di fondo che è uno sport per maschi’”. E nel giorno della Festa delle Donne, non poteva mancare una domanda sul professionismo femminile contenuto nella Riforma dello Sport, a partire dalle Azzurre del calcio di Milena Bertolini, anch’essa ospite di un webinar US Acli al quale partecipò assieme all’allora Ministro per lo Sport e le Politiche Giovanili Vincenzo Spadafora: “Il calcio femminile – ha detto Di Centa – è fantastico ma ha bisogno di sostegno, di essere libero. Ma soprattutto è un mondo che ci può insegnare molto per raggiungere la parità. È vero che il professionismo avrà ancora strada lunga ma questa è una partenza importante. Dà una grande dignità, non penso solo alle ragazze che vestono l’azzurro ma anche alle bambine che da piccole vedono le altre che sono lì. Tutti i divari a livello salariale scompariranno da soli, è una strada importante, delicata, che serve a tutto il calcio femminile e allo sport in generale. Lo sport non è solo un salario ma anche un valore, la dignità”.
Quello di oggi era l’ultimo incontro nell’ambito di ‘Fare Rete’ e anticipa la tappa più importante per l’US ACLI, quella del Congresso Nazionale Elettivo in programma il 12 e 13 marzo prossimi.